


Come hai iniziato il lavoro di fotografa? Come è stato il primo approccio verso la macchina fotografica?
L’amore per la fotografia mi ha sempre accompagnata, fin da piccola. Ho iniziato a fotografare per gioco con una macchina fotografica giocattolo all’età di tre anni, ovviamente non faceva delle vere e proprie fotografie ma nella mia immaginazione le potevo vedere tutte! Poco più grande, ogni volta che mio papà impugnava la sua Canon gli chiedevo sempre di farmi scattare due o tre foto, ero completamente affascinata da quel mondo! Quando all’età di 6 anni i miei genitori, in vista di un viaggio in Umbria, mi regalarono la prima compattina a rullino, fu una gioia immensa!
Ho sempre fotografato quindi, ma senza la lucidità di volere impare la tecnica e di pensare che sarebbe diventato il mio lavoro, fotografavo per passione e per istinto!
Nel 2005 finito il liceo mi sono trovata davanti ad un bivio: scegliere di proseguire con gli studi universitari o dedicarmi allo studio della fotografia.
Nonostante varie difficoltà scelsi la seconda opzione, dopo quattro anni, nel 2009, aprii il mio studio a Bologna e adesso, da poco più di un mese, ho preso in condivisione con altri creativi un nuovo studio a Milano.
Quali sono state le cose che Ti hanno attratto della moda e verso di essa?
Non saprei rispondere, non c’è un qualcosa vero e proprio che mi ha attratto. Mi sono trovata in mezzo a questo mondo senza nemmeno sapere di preciso il perchè!
Sicuramente la ricerca della perfezione e della bellezza assoluta sono sempre stati argomenti di grande fascino per me, penso anche che la moda sia in fondo un grande e divertente gioco dove tutti partecipano, molti perdono, qualcuno vince, ma in ogni caso per poco o molto tempo ti diverti. E divertirsi lavorando è o non è la cosa più affascinante del mondo?
Da che cosa sei ispirata e cosa cerchi di trasmettere con le tue fotografie?
E’ difficile fare una distinzione tra cosa mi può ispirare e cosa no. Penso che tutto possa essere per me ispirazione.
A seconda del momento, delle sensazioni, dello stato d’animo, dalle circostanze, ciò che colpisce la mia attenzione, assume una valenza diversa ma in ogni caso lascia un segno che prima o poi viene rievocato durante uno shooting.
Quello che cerco di trasmettere nelle mie fotografie (parlando di lavori personali e non di quelli commissionati) è il mio stato d’animo. Per me la fotografia è una valvola di sfogo, e mi serve per tirare fuori tutte le emozioni, positive o negative che siano, che mi si accumulano dentro.
Qual’è la cosa più difficile nella fotografia di moda?
Rimanere a galla.
In un mare di squali. Dove tutti prima o poi diventiamo squali. Dove tutti prima o poi veniamo attaccati dagli squali.
A parte gli scherzi, come ogni settore il mondo della fotografia di moda ha le sue difficoltà. Sicuramente in questo periodo storico la crisi economica influisce, ma a parte questo la cosa difficile è emergere tra i tanti. Ormai sta diventando un settore saturo di ogni cosa ed è difficile inventarsi ogni giorno, trovare nuove idee, lanciare nuove mode!
Cosa fai quando non scatti?
Quando non scatto faccio tantissime cose! Mi piace fare ricerca stilistica, approfondire temi fotografici e di arte che mi incuriosiscono, visitare mostre, scrivere. E poi passare tanto tempo con i cani, l’altra mia grande passione!
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